La continuità dei concerti in tutto il mondo a rischio per il coronavirus

Stiamo vivendo sicuramente un periodo davvero particolare e molto difficile; in un contesto mondiale dove la profonda crisi economica continua a lasciare segni indelebili, e dalla quale siamo ancora molto lontani dall’uscirne fuori, l’avvento di questa pandemia non ha fatto altro che peggiorare le cose e complicarle ulteriormente. Ad oggi non sappiamo ancora l’effettiva estensione del virus Covid 19 (Coronavirus), e tutti i dati in nostro possesso sono soggetti a probabili e repentini cambiamenti, ma la cosa certa è che tutto si è fermato.

La stabilità economica e sociale dei paesi colpiti dal virus, che già vacillava per ataviche questioni politiche e di cattive gestioni di risorse e patrimoni pubblici, ora sembra essere davvero in grave pericolo, e questo brusco stop imposto dalle autorità competenti per ogni tipo di attività, con conseguente ‘isolamento precauzionale’ di tutte le persone, ha troncato di netto ogni forma di manifestazione pubblica con assembramento di persone prevista nei giorni a venire. Attività sportive, sociali, artistiche e culturali con pubblico al seguito, sono attualmente bandite e severamente vietate. I concerti rientrano tra queste.

Concerti cancellati a causa del coronavirus

Sono senza dubbio enormi ed incalcolabili i danni causati da questa pandemìa, e si abbattono inesorabilmente su tutti i vari settori di cui è composta l’economia, nessuno escluso.
Tenendo per un attimo da parte il più puro ramo commerciale, industriale e degli scambi (sicuramente il più colpito in termini di numeri), anche attività socio-culturali come eventi teatrali, opere, partite di calcio ed altre manifestazioni sportive, festivals e concerti dal vivo, hanno subito ingenti perdite.

Artisti di fama mondiale sono stati costretti a cancellare le loro tournèe a causa del coronavirus, e le perdite causate da questo ‘inconveniente’ sono certamente considerevoli se si pensa alla quantità di persone e cose coinvolte nell’organizzazione di un concerto.
Avril Lavigne per esempio ha cancellato tutte le date programmate in Francia, Cina, Italia, Giappone ed altri paesi, seguita a ruota da Celine Dion, Carlos Santana, i Boyz II Men, Michael Bublè, Mariah Carey, Ozzy Osbourne e moltissimi altri.

Restituzione di entrate e perdite milionarie

La legge della quasi totalità dei paesi europei e non prevede che, nel caso di una eventuale cancellazione di un qualsiasi evento o spettacolo di cui si possegga regolare titolo di ingresso dovuta a ‘cause di forza maggiore’, l’importo pagato per quest’ultimo dovrà essere interamente restituito al consumatore. Questo significa che almeno le spese del biglietto di ingresso verranno recuperate; potrebbe non essere lo stesso invece per quanto riguarda eventuali prenotazioni di mezzi di trasporto come aereo, treno, autobus, fatte in previsione di andare a tale concerto.

Potrebbe infatti capitare che il paese verso il quale siamo diretti non abbia ancora chiuso le sue frontiere come invece hanno già fatto molti altri paesi, e che quindi non sussistano le effettive possibilità di chiedere un rimborso proprio perché non ne esistono le ragioni; sarebbe davvero il colmo….non solo non si assisterà a nessun concerto, ma si rifonderanno anche i costi di un viaggio mai fatto!

Il pericolo degli atti massivi

Le massicce concentrazioni di persone prevedono sicuramente una sorta di contatto ‘corpo a corpo’ tra il pubblico che ne è coinvolto in eventi o manifestazioni come potrebbero essere una partita di calcio, un concerto rock o un festival di musica techno con 100.000 fans al seguito; in questo periodo un qualcosa sicuramente da evitare.

La trasmissione di infezioni respiratorie e gastrointestinali trova nel contatto ravvicinato il suo principale alleato per una sicura sua propagazione, e quindi questo è stato logicamente vietato in tutte le sue forme e possibili manifestazioni. Bisogna stare in casa! Questo il diktat per uscire fuori dalla crisi nella quale ci ha fatto sprofondare questa epidemia; sono addirittura state vietate piccole riunioni anche di due o tre persone per arginare la propagazione del coronavirus, figuriamoci un eventuale evento a partecipazione massiva…sarebbe un autentico disastro!

Anche il calcio, sport di massa, si ferma

Come era logico che fosse, anche tutto il mondo dello sport è rimasto paralizzato a causa del propagarsi del coronavirus; non si poteva infatti pensare che potesse restare immune a questo blocco totale imposto ad ogni attività, anche se sappiamo bene le cifre che è capace di muovere e la moltitudine di interessi e business commerciali che sa generare. D’altra parte però risulta quasi impossibile pensare ad una partita di cartello del massimo campionato nazionale o addirittura una eliminatoria di Champions League giocata a porte chiuse senza pubblico.

Il mondo del calcio ha dovuto anch’esso adottare contromisure rapide ed opportune per far fronte a questa pandemìa; sono infatti state rinviate a data da destinarsi non solo le partite dei rispettivi campionati nazionali a livello europeo, ma anche competizioni internazionali di prestigio come Champions League ed Europa League, giunte ormai quasi ai quarti di finale, e sarà senza dubbio impresa molto ardua quella di dare una ‘sistemata’ al calendario delle partite una volta fuori da questo tunnel.